Pablo Picasso, forse l’artista più rappresentativo del Novecento, è il soggetto su cui abbiamo lavorato in questo laboratorio.
Per prima cosa ci siamo documentati sulla vita e sull’opera del pittore, utilizzando il supporto audiovisivo per meglio mostrare le opere che illustrano l’approccio di Picasso all’arte, la sua tecnica, i suoi stili, i soggetti che prediligeva, i risultati che otteneva.
Il laboratorio vero e proprio consisteva nella realizzazione di un ritratto cubista.
Riprendendo la tecnica del prendere le misure usando la matita come mirino, impugnata col braccio teso e rilevando su di essa il rapporto tra larghezza e altezza, poi riportato sul foglio, già imparata lo scorso anno, divisi a coppie, ognuno di noi ha fatto il ritratto del compagno, a turno.
Prima quello “di fronte”.
Il prendere le misure serve non solo ad avere il controllo sul lavoro che si sta svolgendo ma, anche, permette di realizzare un ritratto fedele, o almeno il più fedele possibile al modello.
Sopra questo ritratto, senza cambiare foglio, con la stessa tecnica di rilevamento delle misure, abbiamo fatto il ritratto “di profilo” dello stesso compagno,
Al termine delle operazioni avevamo due ritratti sovrapposti, con più occhi, nasi, bocche, magari che si toccano o si accavallano.
Il passo successivo è stato quello di scegliere quali di queste parti tenere, quali linee salvare, quali particolari esaltare e cosa invece eliminare.
Ciò che volevamo salvare veniva evidenziato con una matita nera o con un pennarello fino, per non confondere le linee con quelle che non servono.
Nella coloritura abbiamo dato sfogo alla nostra fantasia e al proprio gusto, tenendo però presente la teoria del contrasto tra i colori appresa lo scorso anno e cercando, comunque, di creare all’interno del dipinto un’armonia di colori e forme.
La tecnica da usare per colorare è quella dei colori a cera o ad olio, usati però in modo non realistico ma secondo il gusto personale e correndo dietro alla fantasia.
I risultati sono dei ritratti “cubisti” che però mantengono delle somiglianze con i modelli di partenza, che i bambini hanno saputo cogliere nelle loro particolarità e nelle loro caratteristiche che li differenziano dagli altri.