Gaia, una guerriera a 13 anni Stampa
Domenica 15 Ottobre 2017 18:45

Questo post non è dedicato a nessuna risorsa tecnologica o buona pratica. Non vi documenterò né strumenti digitalì, né esperienze condotte in classe.

Ma forse vi fornirò in realtà una possibile traccia per parlare in classe di una storia, una storia vera.

E' la storia di Gaia, una ragazzina di 13 anni e della battaglia che sta conducendo contro il più terribile degli avversari. La sua lettera è' stata pubblicata su La Repubblica di oggi, nella rubrica curata da Concita di Gregorio ed è indirizzata alla "sua" vita.

"Ciao Concita, mi chiamo Gaia, ho 13 anni e sono una ‘guerriera della vita’. Guerriera a 13 anni? Pff... Invece è così. Lo sono eccome. A giugno 2016 ho scoperto di avere un cancro al femore, al mio caro femore destro che mi permetteva di compiere i salti di ginnastica artistica: il dolore non è stato un ostacolo durante i primi tre mesi di inconsapevolezza, tanto che ci ho pure vinto una gara! Poi per un anno, invece di ginnasta, sono stata equilibrista... Camminare sul filo che ti divide con un millimetro di spessore dalla morte non è proprio una passeggiata, tantomeno se la morte è nella tua gamba".

"Ma se devo dire la verità, non tornerei indietro per nulla al mondo, perché da un male così grande (sia morale che fisico), corrisponde un bene grande altrettanto, o forse un po' di più. Ora ciò che il tumore mi ha lasciato come ricordo, vale a dire gli interventi, le medicine non contano: sono pronta ad affrontarli proprio con le capacità che il tumore stesso mi ha lasciato. Sono rinata, e il mio obiettivo è solo uno: aiutare gli altri. Ti mando quello che ho scritto nei primi mesi di chemioterapia. E’ dedicato a Franco e alla mia famiglia del Salesi di Ancona. Eccolo”.

"Cara vita, devo ringraziarti o considerarti la mia peggior nemica?

Forse un po' tutte e due, anche se opto per la prima. Comunque, nemica o no, quello che è successo è successo. Hai deciso di mettere proprio me davanti alla cosa peggiore che esista, per affrontarla. Sai già che vorrei chiederti ‘perché proprio a me?’ ma ormai non importa più. Durante questo periodo troppe volte mi sono posta questa domanda, ma sono giunta alla conclusione che poco mi importa, perché se mi hai proposto questa sfida ci sarà pure un motivo, ed il mio compito è, e continua ad essere, vincerla al meglio. Quindi non mi voglio dilungare sull'incolparti di avermi ‘rovinato la vita’, perché ciò che conta è che ho iniziato questo percorso da bambina e ne uscirò da ragazza che sarà pronta ad affrontare tutto ciò che vorrai pormi. Penso che quando il tumore ha detto che sarebbe diventato parte di te, o meglio di noi, tu, costretta ad accettare, non ti sia preoccupata così tanto. Perché dico questo?".

"Perché sai benissimo che i requisiti per questa sfida li ho sempre avuti tutti: una famiglia, un carattere adeguato, e tante persone con cui spartisco il bene che ho, tutte cose che mi hai donato. Permettimi di dirlo, però: qualche volta ti odio perché vorrei da te qualcosa che le tue ‘colleghe’ danno agli altri, sto parlando di capelli, libertà, feste, shopping, sport... la lista è troppo lunga. Però a quanto pare hai pensato anche a questo; mi hai tolto momentaneamente alcune cose, ma hai anche saputo darmene di nuove".

"Ad esempio ho più tempo per dedicarmi a me stessa, non fisicamente ma psicologicamente, e a tutto quello che mi circonda. Inoltre, ho avuto la soddisfazione di confermare e godermi tutto il bene che le persone mi vogliono. Mica è da tutti, sai? Specialmente a questa età. Quindi cara mia, che dirti. Ringraziarti o considerarti la mia peggior nemica? Grazie a te imparo tante cose ogni giorno, positive e negative, imparo a vivere come tutti dovrebbero vivere. Momento per momento. Beh, sembrerò banale, ma per salutarti scelgo questa bellissima parola. Grazie’”.

 

Fin qui la lettera di questa straordinaria "guerriera". Ho il privilegio di conoscere una di quelle persone che ha deciso di dedicare una parte del loro tempo per combattere a fianco di questi ragazzi e che, come tutti i veri "angeli", non appaiono nei titoli, nei sottotitili e nel testo di nessun articolo. Ma sono figure centrali nella vita di chi improvvisamente si vede travolto dal male. Ebbene, a proposito di gaia mi ha detto: "Ci sono dei giovani che ci fanno da maestri ed ogni volta che la incontro le dico che mi sento un ladro di sorrisi".

Mi ha anche detto un'altra cosa. A Gaia farebbe tanto piacere leggere commenti all'articolo su Repubblica.it scritti da suoi coetanei. Per questo mi rivolgo ai tanti colleghi che leggono: ci proviamo? 

Ecco il post 

Grazie