Un codice di condotta per i docenti su Facebook? Stampa
Opinioni - Scuola
Scritto da Administrator   
Mercoledì 21 Gennaio 2015 15:30

Il 7 gennaio scorso l'Osservatorio sui Diritti dei Minori ha inviato un comunicato stampa attraverso il quale si richiede al Ministro dell'Istruzione Giannini "un codice di condotta per i docenti che utilizzano i social network, in particolare Facebook".

Per motivare questa richiesta il presidente dell'associazione, il sociologo Antonio Marziale, aggiunge: "Su insistenti segnalazioni genitoriali abbiamo verificato che troppi docenti e addirittura dirigenti scolastici stringono "amicizie virtuali" con i propri alunni, si danno disinvoltamente un "tu" affatto pedagogico e utilizzano linguaggi sconvenienti, talvolta con post i cui contenuti sono da considerarsi diametralmente opposti ai canoni della corretta educazione.

Alcuni docenti intraprendono liti e lanciano strali nei confronti di amici, colleghi o riferimenti della vita pubblica, con i propri alunni spettatori di cotanto teatrino, per cui risulta molto difficile immaginare che gli stessi autori possano entrare in classe ad impartire autorevolmente lezioni. Non ultimo, occorre considerare l'aspetto preventivo in termini di "affezione" che si viene a determinare con gli alunni, che meglio sarebbe rimanesse circoscritto a un rapporto più formale. Significativa – esplicita il presidente dell'Osservatorio – la testimonianza di una studentessa che ci ha segnalato un livello di confidenza tra una docente ed alcuni fra alunni ed alunne, con ricadute alterate sul rendimento in classe e in termini di giudizio.
Alla luce delle verifiche effettuate chiediamo al ministro Giannini di volersi attivare affinché la presenza dei docenti sui social network venga ad essere regolamentata, con accorgimenti contemplanti anche la possibilità di verifica della condotta virtuale da parte delle istituzioni scolastiche a livello periferico e centrale".

Di certo si tratta di un documento interessante che produrrà inevitabilmente reazioni piuttosto discordanti all'interno del mondo della scuola, perchè, a mio avviso contiene senza dubbio elementi di verità, su quali occorre certamente un minimo di regolamentazione, mentre su altri, francamente, rimango piuttoto perplesso.

Sono infatti anch'io contrario ad allacciare amicizie con i propri alunni, ma non certamente per i motivi addotti da Marziale. Non è attraverso una modalità di rapporto meno formale che si corra il rischio di pedere autorevolezza. Sono ben altre le ragioni per cui un docente mette in discussione il suo ruolo nei confronti dei propri alunni, di certo non creando artificialmente delle asimmetrie educative.

Piuttosto ritengo sconveniente il fatto che in un ambiente sociale in cui ci si relaziona con registri diversi a seconda dei vari interlocutori possano entrare nella stessa rete anche gli studenti con i quali invece utilizziamo modalità comunicative e contenuti ben precisi. 

Un minimo di etica deontologica dovrebbe suggerire a coloro i quali utilizzano Facebook per "sparlare" di colleghi o della loro stessa istituzione, di abbandonare questa pratica, tenendo presente che in un ambiente sociale le possibilità di essere letti non solo dagli alunni, ma anche dai loro genitori, restano elevate.

Concludo, rilanciando la palla di questa discussione ai colleghi in rete, ammettendo che, pur malposto, il problema esiste. Sarebbe il caso che tentassimo una soluzione nella prassi quotidiana, attraverso una modalità di abitare lo spazio della rete più prudente e costruttiva.

 

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